giovedì 14 gennaio 2010

Le restrizioni IFRA

Chi crede che la profumeria sia un'arte, alla stregua della pittura, della musica o della scultura, dovrebbe analogamente credere nella sua libertà di espressione e nella conservazione del patrimonio del passato. Però il profumo vive appoggiandosi sulla nostra pelle e questo aspetto comporta purtroppo delle restrizioni sull'utilizzo di alcune materie prime, soprattutto di origine naturale. Su questo tema è apparso un interessante articolo sul quotidiano francese Le Monde. Per chi avesse voglia di approfondire l'argomento può leggere l'originale seguendo questo link, oppure può leggere la traduzione che riporto di seguito.



I creatori di profumi hanno la commissione europea sul naso
Nicole Vulser
Le Monde del 13/01/2010


Non si può ancora parlare di una rivolta dei nasi, ma i creatori di profumi sembrano unanimemente irritati dalla propensione della commissione europea a ridurre, anno dopo anno, la lista degli ingredienti leciti per la fabbricazione dei profumi. Tale fatto minaccia la sopravvivenza di alcuni profumi storici, la cui composizione è ormai non conforme alle norme emanate da Bruxelles. Nel quadro dell'autoregolamentazione dell'industria europea della profumeria, l'IFRA (International Fragrance Association) si serve di un gruppo di esperti, di dermatologi, di medici e di specialisti dell'ambiente per definire per ogni prodotto il livello di rischio nei confronti dei consumatori. L'ente pubblica ogni anno, a giugno, una lista di prodotti il cui utilizzo è interdetto, ristretto o regolamentato. La commissione europea si ispira generalmente a tale documento per adattare la propria direttiva relativa ai prodotti cosmetici.

Già da molto tempo, tutti gli ingredienti di origine animale (muschio, ambra grigia, zibetto, castoro) sono stati banditi. Le materie prime che potrebbero comportare un rischio di allergia sono proibite, tra queste il balsamo del Perù, i derivati della cumarina, l'assoluta di foglie di fico o l'alcol benzilico. Tuttavia le essenze di geranio, di gelsomino, di lavanda, l'olio essenziale di una particolare varietà di legno di cedro o l'estratto di foglie di the, nonostante siano strettamente regolamentate o interdette dall'IFRA, non figurano ancora sulla lista nera della direttiva europea sui prodotti cosmetici.

L'essenza di rosa, sia che provenga dal Marocco, dalla Spagna, dalla Cina o dalla Turchia, si trova anch'essa sotto inchiesta. "Più che la stessa rosa, soprattutto cinque costituenti di questa essenza potrebbero eventualmente essere oggetto di restrizioni", indica l'IFRA.

"La nostra gamma di lavoro si riduce. E' un po' come se si chiedesse ad un pittore di non utilizzare più il rosso, poi il blu o il giallo...", dichiara Frédéric Appaire, direttore marketing internazionale di Paco Rabanne.

Bisogna quindi trovare un prodotto sostitutivo di sintesi per recuperare le note olfattive non più utilizzabili. "Il campo delle possibilità si restringe. Le cose cambiano continuamente nella legislazione europea", aggiunge il presidente di Interparfums, Philippe Benacin. "Bruxelles sta uccidendo una parte del nostro mestiere, non si possono ricostruire alla perfezione gli ingredienti naturali", si rammarica Sylvie Polette, vice presidente marketing di Jean Paul Gaultier Parfums. "Questa situazione certamente spinge in avanti la ricerca, ma viene vissuta come una vera e propria coercizione", continua la Polette.

Le più antiche maison di profumi sono le più penalizzate perché sono costrette ad adattare le formule delle loro vecchie fragranze all'attuale legislazione. "Alcuni profumi sono stati creati proprio in virtù dell'assenza di alcuna norma di restrizione penalizzante", spiega François Demachy, creatore dei profumi Dior. Ma il più agguerrito contro questo giogo è certamente Thierry Wasser, nuovo naso di Guerlain. "Noi vendiamo dei profumi tra i quali il più vecchio ha più di 150 anni. Se un giorno Bruxelles ponesse delle restrizioni sulla rosa cosa potremmo fare? La rosa figura tra gli ingredienti di quasi tutti i nostri profumi...si tratta della difesa di un patrimonio". E anche di una storia di famiglia, infatti Wasser racconta, con un candore deliziosamente proustiano, che "Jean-Paul Guerlain (storico profumiere della maison eponima) aveva creato "Parure" per sua madre. Abbiamo dovuto decidere di non produrlo più perché gli ingredienti necessari alla sua fabbricazione non sono più utilizzabili" – e aggiunge - "E' un colpo al cuore!"

venerdì 8 gennaio 2010

Al Oudh - L'Artisan Parfumeur

Boudoir 36 vi invita a scoprire Al Oudh, l'ultima Eau de Parfum edita da L'Artisan Parfumeur e composta da Bertrand Duchaufour.

Il palcoscenico di questa nuova visionaria fragranza è il deserto della penisola araba con le sue immense e sconosciute lande desolate, attraversate dalle carovane che trasportano tesori sfavillanti di oro, mirra, incenso e legno di oudh. Un'atmosfera impalpabile, un mondo lontano e sontuoso, ricco di raffinatezze orientaleggianti.

Questa è la visione d'oriente che L'Artisan Parfumeur ci invita a scoprire: un incontro sensuale tra il legno di oudh ed un tramonto orientale. In Al Oudh, un legno misterioso, avvolgente e conturbante, esala il suo profumo resinoso, balsamico e leggermente affumicato, rivelando un carattere caldo e denso, carico di sentori animali e cuoiati, ma allo stesso tempo speziati e secchi. Inoltre Al Oudh pone un accento particolare sulla sensualità corporea grazie ad una grande dose di cumino e zibetto, unitamente ai sentori cuoiati del castoro, sottolineati da sottili tracce di incenso. Il cuore del profumo è affidato alla rosa, resa intrigante dalla presenza di una spezia difficile da ammaestrare, lo zafferano, dal carattere medicinale e metallico. Nel fondo il profumo è reso rotondo dalle note di vaniglia e fava tonka.

"Legno di Oudh" è il nome che viene dato ad una resina molto rara, prodotta da un albero della specie Aquilaria Malaccensis che cresce prevalentemente nella regione del sud-est asiatico. In particolare questa resina è prodotta dall'albero come strumento di difesa dall'aggressione di funghi o batteri. L'odore del legno di oudh è talmente complesso che non ha eguali in natura, può ricordare un sottobosco muschiato dove crescono dei funghi, ma è arricchito da toni ambrati, legnosi e indolici. In passato questa resina ha assunto un grande significato culturale e religioso. In particolare nella religione musulmana veniva utilizzata per profumare il bagno durante il Ramadan.

Al Oudh esiste al momento soltanto in flacone da 100 ml, deliziosamente decorato con dei delicati arabeschi incisi sul vetro.